Aldo Manuzio nasce a Bassiano, intorno al 1450.
Adolescente si trasferisce a Roma, dove tra il 1467 e il 1475, studia latino con Domizio Calderini e retorica con Gaspare da Verona. Nel 1475 a Ferrara avviene l’incontro con la lingua e il pensiero greco, che offrono ad Aldo una visione finalmente completa dell’enorme lascito della classicità. L’incontro Pico della Mirandola, è determinante perché l’umanista e filosofo lo introduce nella corte di Carpi, dove frequenterà Angelo Poliziano, città in cui Aldo resterà sino al 1489. Manuzio comincia l’attività di tipografo in laguna tra il 1494 e il 1495, insieme a Pierfrancesco Barbarigo, patrizio veneto figlio e nipote di dogi, e ad Andrea Torresano da Asola.Diffonde in tutta Europa di un nuovo tipo di libro a stampa, che rimpiazza gli ingombranti volumi in quarto con un formato in ottavo, più maneggevole e più economico da produrre. Si preoccupa inoltre di curare la correttezza del testo e di sistemare la punteggiatura, attraverso l’utilizzo in senso moderno del punto, della virgola, dell’apostrofo, dell’accento, della “invenzione” del punto e virgola e del carattere da lui chiamato cancelleresco – più noto come corsivo aldino o italico – estremamente diffuso nel XVI secolo. Le famose Edizioni Aldine, che si distinguono per l’utilizzo di pregiati materiali, furono le prime a essere contraddistinte da un marchio editoriale: un’ancora con il delfino con il motto festina lente, ovvero “affrettati con calma”, comparso per la prima volta nel 1498 nella dedica delle opere di Poliziano. La grande stima di cui godette Aldo e l’altissima considerazione verso i le sue pubblicazioni è ben tangibile già nel 1516: Tommaso Moro (Thomas More), nel famoso romanzo Utopia, racconta che nella “isola ideale” vengono gelosamente conservati i libri stampati da Aldo Manuzio! Il grande stampatore e umanista si spegne a Venezia nel 1515.